Una specie in estinzione:
L'UCCELLINO DEL FOTOGRAFO
Con l'espressione "guarda l'uccellino", oggi quasi desueta, molti fotografi hanno catturato la curiosità dei bambini, poi racchiusa nei loro fotoritratti.
In realtà, l'uccellino non era altro che un mero artifizio linguistico utilizzato dal fotografo, poichè dell'uccellino non si rinveniva alcuna traccia nel luogo dello scatto.
Tuttavia è esistito un periodo storico, intorno alla prima metà del 1900, in cui l'uccellino davvero era presente nella dotazione di base del professionista ed era da questi utilizzato come strumento capace di catturare l'attenzione dei più piccoli, ma anche come una sorta di status symbol da ostentare per via della sua rilevante fattura artistica e/o meccanica (esistono infatti manufatti capaci di muoversi e di emettere un suono simile al cinguettio dell'uccello usato come modello della riproduzione).
Si trattava di un oggetto nato come giocattolo e poi piegato alle esigenze di un professionista per realizzare dei fotoritratti.
Di solito era in latta, di colore giallo, collegato mediante un condotto ad un serbatoio in cui si immetteva una piccola quantità di acqua; attraverso un raccordo si soffiava con una pompetta o un tubicino di gomma, e il gorgheggiare dell'acqua riproduceva il trillo degli uccellini; la pressione, poi, dell'aria permetteva al becco e all'ala posteriore di muoversi.
Tuttavia nel tempo l'uccellino, come la stessa fotografia, ha subito gli effetti della evoluzione industriale che ha condotto alla creazione di macchinari talmente celeri nel fotografare la realtà messa a fuoco dall'obiettivo che hanno prodotto, prima, il rischio di estinzione dell'uccellino e poi anche della mera espressione linguistica.
Ciononostante oggi tale pezzo di storia della fotografia trova soccorso grazie alla cura dei collezionisti e alle numerose fotografie di semplici appassionati.
Infatti, solo attraverso il suo migrare, da mezzo per catturare l'attenzione a oggetto dello scatto, può essere preservato dalla sua ineluttabile estinzione.