BREVE STORIA DI NUCERIA
Furono gli Etruschi della valle del Sarno, da tempo in possesso del modello culturale urbano, a fondare intorno al 600 a. C. la città di Nuceria, fino ad allora costituita da piccoli insediamenti di genti sarraste.
Il nome di Nuceria è indoeuropeo e cioè, nella lingua sarraste, formato dal prefisso Nu o Nou: Nuova e Cria: Rocca, significa quindi Nuova rocca, Nuova fortezza.
Per quel che riguarda l'appellativo Alfaterna, al nome Nuceria, lo si trova in Livio: "ad Nuceriam Alfaternam..." e nelle Historie di Diodoro Siculo: "...Nuceria degli Alfaterni..."
Esso derivò dal nome degli Alfaterni che si stabilirono in Nuceria fondendosi con l'originaria popolazione osco - sannita.
L'altro appellativo di " Costantia " le fu attribuito dai Romani dopo che fu distrutta, nel 216, da Annibale per essere rimasta fedele all'Urbe. Ufficialmente fu sempre Nuceria Alfaterna.
Si dovrà giungere intorno al Mille quando sarà indicata soltanto con il nome di Nuceria.
È con Federico II che la "firmitate nova", cioè la nuova città, viene indicata come "Nuceria Cristianorum", Nocera dei Cristiani
Verso la metà del '400 diventa "Nuceria Paganorum", dal nome della famiglia Pagano e dal XVI secolo tale nome è usato anche in riferimento alla Diocesi nocerina.
La città si divideva in Nocera Soprana e Nocera Sottana, comprendenti la prima i casali delle attuali Nocera Superiore e Nocera Inferiore e la seconda quelli di Pagani, S. Egidio e Corbara. Essi erano distinti in otto Università, con propri magistrati, ma eleggevano insieme ogni anno tre Sindaci Universali.
Nel 1806, con la conquista francese, la città fu smembrata in cinque Comuni: Corbara, S. Egidio Montealbino, Pagani, Nocera Corpo e Nocera S. Matteo. Le ultime due si fusero nel 1834 in un solo Comune, Nocera, che poi, il 1° gennaio 1851 si scisse nei due Comuni di Nocera Superiore e Nocera Inferiore.
Leggenda di Nuceria
C’era una volta una principessa di nome Nuceria, unica figlia di Pico, re di Toscana. Questi diede in moglie la figlia ad Evio, re di Ardea, e le assegnò in dote il regno di Toscana.
Dopo il matrimonio, Nuceria s’innamorò perdutamente di Fermo, suo figliastro. Il giovane non corrispose all’amore della principessa e fu ucciso.
Nuceria fuggì e, dopo un lungo peregrinare, giunse nella nostra terra.
Il suo sposo, Evio, inutilmente la cercò e, persa ogni speranza, fece ritorno ad Ardea e fondò poi una città, chiamata Fermo.
Anche il re Pico si era messo alla ricerca dell’adorata figlia.
La cercò dovunque, senza trovarla. Ma alla fine giunse sul nostro territorio e, con suo grande dolore, venne a sapere che la principessa Nuceria era morta.
Per tenere sempre vivo il ricordo della figlia, re Pico fece costruire una città cui diede il nome di NUCERIA.
Questa, in breve, la leggenda riportata da Plutarco, nella volontà di attribuire origini latine alla città, già molto importante ai suoi tempi.
Anna Sellitto, Breve Storia Di Nuceria (dalle origini al XII secolo) e del Santuario Materdomini (festività e fiere), Valsele Tipografica, 2002, pagg.160.
La storia di Nuceria si ferma alla fatidica data del 1137, cioè alla distruzione della nuova Nocera da parte dei Normanni, per continuare poi con la vita del territorio attraverso le vicende millenarie del Santuario di Materdomini: i miracoli della Vergine, dal favoloso rinvenimento dell'Icona agli omaggi di papi e imperatori, le vicende delle comunità monastiche che con alterne fortune si susseguirono nel custodire il culto della Materdomini, dai Frati Umiliati ai Basiliani per finire oggi coi Francescani.